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TV: EUROPA7, IL COMMISSARIO KROES CONFERMA LE VIOLAZIONI - 18/4/08

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TV: EUROPA7, IL COMMISSARIO KROES CONFERMA LE VIOLAZIONI - 18/4/08

Dichiarazione di Giulietto Chiesa
In merito alla risposta della Commissaria Neelie Kroes all'interrogazione dei deputati Agnoletto, Aita, Berlinguer, Catania, Chiesa, Fava, Frassoni, Guidoni, Morgantini, Musacchio, Napoletano
Bruxelles, 18 aprile 2008
Al di là dell'arduo linguaggio burocratico, si capisce che la commissaria europea conferma:
a) che l'Italia viola la legislazione europea sulla materia che disciplina la radiodiffusione televisiva.
b) che il Consiglio di Stato Italiano "dovrà applicare il diritto comunitario" alle direttive della Corte di Giustizia Europea. Cioè non ci sono altre vie da esperire che quella di applicare la legge.
Qui va solo aggiunto che non solo Centro Europa 7 ha diritto al risarcimento del danno fino a qui subito, a causa delle suddette violazioni, ma continua vieppiù ad avere diritto di usare le frequenze che gli sono state fraudolentemente sottratte, dopo essergli state regolarmente assegnate.
c) che la Commissione ha notificato all'Italia, nel luglio del 2007, un parere motivato che conferma la procedura d'infrazione avviata nel 2006 e ha "intrapreso un'azione per porre termine alle violazioni e controllerà che la decisione della Corte di Giustizia sia pienamente applicata dall'Italia".
Plaudo alla commissaria Neelie Kroes e all'Europa dei diritti dei cittadini che si fa sentire. Il prossimo governo italiano sarà guidato da un premier che, personalmente, è all'origine di gravi violazioni delle norme europee, che investono il diritto dei cittadini a una informazione libera e pluralistica. Proprietario di una rete che non gli spetta e che non vuole cedere .
Vedremo ora con quali trucchi si cercherà di mascherare ulteriori violazioni del diritto comunitario.
Giulietto Chiesa
Parlamentare europeo

 
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INTERROGAZIONE SCRITTA E-0744/08
di Giusto Catania (GUE/NGL), Roberto Musacchio (GUE/NGL), Umberto Guidoni (GUE/NGL), Claudio Fava (PSE), Monica Frassoni (Verts/ALE), Giovanni Berlinguer (PSE), Pasqualina Napoletano (PSE), Vittorio Agnoletto (GUE/NGL), Vincenzo Aita (GUE/NGL), Luisa Morgantini (GUE/NGL) e Giulietto Chiesa (PSE)
alla Commissione
Oggetto: Sistema di assegnazione delle frequenze radiotelevisive in Italia- Sentenza della Corte di giustizia
Con la recente sentenza della Corte di giustizia dell'UE (C-380/05) sulla disputa dell'assegnazione delle frequenze fra l'emittente italiana Europa 7 e Rete 4, il sistema d'assegnazione delle frequenze radiotelevisive in Italia viene definito come contrario al diritto comunitario.
Secondo la Corte, il regime italiano non rispetta "il principio di libera prestazione di servizi e non segue criteri di selezione obiettivi e trasparenti". La Corte europea dà ragione all'emittente Europa 7 che aveva ottenuto un'autorizzazione a trasmettere a livello nazionale in tecnica analogica, ma non è mai stata in grado di trasmettere perché non sono mai state assegnate le radiofrequenze.
Alla luce del pronunciamento della Corte di giustizia:
Come intende agire la Commissione europea per porre termine alle violazioni riscontrate dalla Corte e fare rispettare il diritto comunitario?
 
 
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RISPOSTA DI NEELIE KROES A NOME DELLA COMMISSIONE
Bruxelles, 15 aprile 2007
La sentenza della Corte di giustizia nella causa C-380/05 faceva seguito a una domanda di pronuncia pregiudiziale ai sensi dell'articolo 234 TCE, con cui il giudice nazionale del rinvio, il Consiglio di Stato italiano, poneva una serie di quesiti riguardo alla compatibilità con il diritto comunitario della normativa nazionale che disciplina il settore della radiodiffusione televisiva su frequenze terrestri e, in particolare, del regime transitorio in favore delle reti esistenti.
Il Consiglio di Stato dovrà applicare l'interpretazione del diritto comunitario fornita dalla Corte di giustizia sui fatti della controversia in questione, che riguardano una richiesta di risarcimento del danno che la Centro Europa 7 sostiene di aver sofferto per il fatto che non le sono state assegnate, dai convenuti nella causa principale, le radiofrequenze terrestri in tecnica analogica necessarie per svolgere l'attività di diffusione di programmi radiotelevisivi.
Per quanto concerne la violazione delle direttive relative al nuovo quadro normativo per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (1), la Commissione ha avviato nel luglio 2006 una procedura di infrazione contro l'Italia ai sensi dell'articolo 226 TCE, relativamente alla legislazione italiana che disciplina il passaggio dalla tecnica di trasmissione terrestre analogica a quella digitale(2). La Commissione ha portato avanti la procedura di infrazione notificando all'Italia, nel luglio 2007, un parere motivato ai sensi dell'articolo 226 TCE.
Pertanto, occupandosi delle disposizioni nazionali sopra citate nel contesto della procedura di infrazione ai sensi dell'articolo 226 TCE, la Commissione ha già intrapreso un'azione per porre termine alle violazioni e controllerà che la decisione della Corte di giustizia sia pienamente applicata dall'Italia.
Note:
(1) Direttiva 2002/21/CE (direttiva quadro), GU L 108 del 24.4. 2002, direttiva 2002/20/CE (direttiva autorizzazioni), GU L 108 del 24.4.2002, e direttiva 2002/77/CE della Commissione (direttiva concorrenza), GU L 249 del 17.9.2002.
(2) Legge n. 66/01, legge n. 112/04 ("legge Gasparri"), decreto legislativo 177/05 ("il testo unico") e delibera AGCOM 435/01/CONS (”il regolamento”).
 
 

  


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